L’elogio a Moggi di Marco Travaglio, le vedove ci sono ancora

Dopo la vergogna di Caliciopoli si è voluta diffondere la notizia che i delinquenti eravamo noi, decentrare l’attenzione dalle malefatte della Juventus nella persona di Luciano Moggi, e in misura minore del Milan, è stata una mossa scientifica per poter far ritornare la Juventus nel calcio che conta.

In Italia si sa, le cose si aggiustano sempre, pensiamo alla penalizzazione del Milan di 30 punti precisi per poter disputare la Champions League, nè uno di più nè uno di meno, alla fine il Milan vincerà il titolo, sì il Milan, una squadra condannata a disputare il campionato cadetto, salvata solo dal fatto che l’altra strapotenza del calcio Italiano l’aveva combinata molto più grossa, e pertanto le cose si sono aggiustate così come spesso accade nel Bel Paese, un annetto di purgatorio per la Juventus e partecipazione in Champions per il Milan.

Ma veniamo al dunque.

Roberto Mancini parlava di vedove, le vedove sono tutti quei presunti giornalisti che con la caduta di Big Luciano si sono trovati senza il loro punto di riferimento, molti di questi (e in Italia si sa le cose si aggiustano sempre) non sono stati radiati dall’albo, ma hanno continuato ad esercitare la professione mettendo cercando in tutti i modi di infangare il nome dell’Inter.

Già l’Inter che non è mai comparsa in nessuna intercettazione è stata quella che a livello di immagine ha subito i danni maggiori, essendo puliti infatti, ogni parola nei nostri confronti risultava fuori luogo, soprattutto in uno scenario come quello che stavamo vivendo.

Tirare in mezzo l’Inter (pensiamo solo alle intercettazioni squallide e irrilevanti pubblicate alla vigilia della partita decisiva per l’assegnazione del titolo contro il Parma) avrebbe in qualche modo discolpato le 2 strapotenze del calcio italiano e le loro squadre affiliate , vedi Fiorentina, Lazio e squadre minori di serie b e c.

Fortunatamente in Italia c’è ancora qualche giornalista professionista, libero e non assoldato dal potere. Il video di Marco Travaglio ( per la cronaca tifoso Juventino, uomo libero e di cultura) è un esempio lampante di come una persona intelligente riesca a capire il sistema e quale enorme potere possa esercitare un mezzo mediatico quale stampa e tv.

Un invito a riflettere.

6 risposte su “L’elogio a Moggi di Marco Travaglio, le vedove ci sono ancora”

Anche Paolo si informa da chi gli fa sentire solo quello che gli piace: trovare in quel testo del suo amico juventino che la storia delle ammonizioni mirate sia una bufala fa sorridere. Non basta guardare quante volte ne abbia usufruito direttamente la Juve, ma bisogna analizzare quante volte ne abbia usufruito in negativo l’avversaria scudetto di turno, e non solo nel campionato di comodo – che è servito solo per il processo sportivo, come se prima la Juve fosse immune da usare tali metodi – ma in tutti gli anni precedenti in cui chiunque, anche al bar sport, si accorgeva, facendo usare in modo autonomo il cervello, che qualcosa non andava…..Insomma questo continuo negazionismo mi da l’impressione di quando si negava che la “mafia” esistesse: erano solo illazioni, coincidenze, delinquenza comune ecc ecc, mancava cioè il disegno criminoso sovraordinato…..Sono tutti stati delle vittime, da Bergamo a De Santis, da Paparesta a Moggi, di un “accanimento mediatico”, cioè il processo è stato fatto e voluto da tv e giornali? E perchè mai: cui prodest (a chi giova)? Come mai si sarebbe dovuta avvertire la necessità di mandare in B una Juve innocente dopo anni di attacchi ingiusti sui suoi “lampanti” furti storici, pur esercitando la Fiat e Moggi (dentro il sistema) un loro pressante potere? Era un complotto voluto dall’altra fetta di potere, quella berlusconiana-Galliani, o voluto dai “fessi” che non vincono niente, Moratti & C.? E come mai, se sono stati per decenni così stupidi e creduloni, incompetenti e spendaccioni, sono riusciti, da fessi, a creare una ragnatela così vincente da inventarsi il processo sportivo, quello penale, da mandare in B la Juve, da vincere da 4 anni consecutivi in Italia, rimanendo allo stesso tempo immuni da prove “vere”?
Ai posteri l’ardua sentenza!  

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