Il caso Maldini visto da un interista

Ho letto Settore (il blogger nerazzurro più mitico del web) e il suo parere contro il tifo di curva.

Tutto vero verissimo e condivisibile, pero’ io non sono d’accordo; o meglio, non sono d’accordo in questa situazione, sono d’accordissimo sul caso Balotelli  (Juve Lecce a porte aperte, credo non abbia alcun senso, ma questi sono episodi, e opinioni)

Sul discorso capitano invece credo sia un altro tipo di discorso, tanto per fare un esempio, è vero che Bergomi è stato salutato col groppo in gola, e che ognuno ha preso la sua strada, ma ricordiamoci che Bergomi, vera e propria bandiera nerazzurra alla Maldini, ha giocato con noi in momenti anche non belli, difficili, ed è stato accantonato per un paio d’anni prima di scoprirsi difensore centrale, è stato contestato e trattato come l’ultimo brocco sbarcato a Milano, eppure io non ricordo mancanze di rispetto nei confronti di nessuno nè tanto meno della curva nord.

Eppure anche lui qualcosina aveva vinto, era campione del Mondo, anche se non capisco la storia che chi vince puo’ dire quel che vuole ed è messia, vedi Lippi per esempio, sembra abbia scritto il vangelo …

Io ricordo che Beppe Bergomi ha passato una vita all’inter, è stato una prima volta messo nel dimenticatoio, zitto e in panca , si è ricucito uno spazio come difensore centrale, è tornato apprezzato dai tifosi (come giocatore), a un certo punto è arrivato Lippi che ha detto:” Bergomi non ci serve più”

e Moratti ha detto a Bergomi: “Beppe non ci servi più” .

Hanno organizzato un addio (davvero commovente) e non si sa per quale arcano motivo non si sia ritirata la maglia numero 2 vestita 759 volte senza mai cambiare bandiera e colore, credo che un uomo con un po’ di orgoglio non avesse mai accettato di continuare qualsiasi tipo di incarico in quella società.

Innanzi tutto dobbiamo ricordarci cosa è la curva, ossia cosa rappresenta.

Oltre al tafferuglio al coro razzista e ai poteri o interessi economici (per favore diteli quali sono)

La curva è quella parte di tifo che segue e sta vicina alla squadra.

Quando noi stiamo in divano a vedere un inutile turno di campionato o di champions, la curva è lì, magari proprio a Instanbul.

Proviamo a immaginare il nostro di capitano, esemplare finora, sempre vicino a noi, sempre disponibile e sempre pronto a metterci la faccia, anche quando magari in campo èl’unico che dà il 100%.

Prendiamo ad esempio il nostro capitano Javier, che si è preso a un certo punto anche del gatto nero perchè con lui non si vinceva, lui era in campo correva e lottava e si sentiva un portasfiga, ma è stato sempre vicino ai tifosi, non ha mai mancato di rispetto ai tifosi e alla curva, e quando è stato contattato dal Real, ha risposto secco: “grazie ma voglio solo l’Inter.”

Un capitano è anche questo.

Io credo che non basti giocare a oltranza in una squadra per meritarsi rispetto. Il calcio non vive di ricordi.

Quando la curva sud assiste a uno scempio, due esempi su tutti: in Turchia, quando al ritorno ci fu quel diverbio tra Maldini contestato e i tifosi (pare che lì siano uscite le parole mercenari e pezzenti rivolte da Maldini ai tifosi), e la partita di quest’anno col Werder in casa, ha il diritto di esprimersi , e la curva si esprime con contestazioni più o meno condivisibile, ma è comunque una forma di espressione.

Quando un tifoso va allo stadio a tifare la propria squadra, tra l’altro quella presentata con più titoli al mondo , con più campioni del mondo in rosa, con più palloni d’oro in rosa, e tante altre belle cosine, pensa che la squadra più super del mondo non puo’ essere presa a pallonate dal Werder Brema, in casa, un tifoso pretende di più e credo abbia il diritto di manifestare il proprio disappunto, ecco, quando arrivi a questo punto e sei contestato, non puoi zittire quel tifoso che ti ha seguito in capo al mondo, potresti magari evitare di portare il dito alla bocca, uno con 899 partite sulle spalle saprebbe astenersi, o comunque contenersi dal farlo.

In questo senso per me la curva è si’ sacra.

La tribuna non ti segue a Reggio Calabria, o a Instanbul o a Cipro. La curva si’.

Vestendo il ruolo del capitano pluriennale non puoi mancare di rispetto alla curva, proprio per quello che rappresenta perchè colui che è in curva sacrifica la sua vita per vederti gicoare a pallone fino in capo al mondo.

A volte se ricevi fischi te li devi tenere, devi sopportare, devi capire e devi reagire sul campo, promettendo impegno e rispetto per coloro che ti seguono e pagano per vederti.

Sul Maldini campione non si discute, i tituli parlano per lui, ma a volte ci si dimentica che le vittorie non sono tutto, se anche solo una parte di tifo ti saluta in questa maniera dopo 900 partite in rossonero evidentemente qualcosa si è sbagliato, anche se è una sparuta minoranza per dirla alla Lotito , è comunque la parte di tifo più vicina alla squadra

4 risposte su “Il caso Maldini visto da un interista”

Chi paga il biglietto ha diritto a contestare, senza ombra di dubbio. Chi si prende la briga di mettersi su un’auto o un treno o un aereo per andare a vedere la partita ne ha ancora di più, ma ci sono i momenti e le sedi opportune per contestare. Ieri i milanisti hanno salutato un fenomeno di dimensioni assolute, uno che ha giocato 25 anni per loro e ha vinto da protagonista 7 scudetti e 5 Coppe dei Campioni, tutti gli screzi e i diverbi dovrebbero diventare particolari insignificanti davanti a tutto questo. Se per Maldini, secondo la logica-ultrà, non esiste il rispetto verso la curva, è altrettanto vero che per molti tifosi non esiste il rispetto per le bandiere. Forse l’episodio di Maldini di ieri, ma anche altri episodi inducono a pensare che il concetto di bandiera nel calcio non esiste più, nè per i calciatori, nè per i tifosi. Prendiamo Ibra, adorato da voi nerazzurri, che si affretta a dichiarare di non avere alcuna intenzione di restare a vita nello stesso club, alla faccia dei 12 milioni (correggetemi, non ne sono sicuro) l’anno di ingaggio. Prendiamo la bandiera per eccellenza, Alex Del Piero, nullo o latitante per 7-8 partite (mettendo a rischio anche la qualificazione in Champions della squadra che dovrebbe essere la sua vita), improvvisamente svegliarsi e vincere una partita da solo per aiutare l’amichetto Ferrara. Probabilmente non esiste proprio più il concetto di “rispetto”, tornaconti personali, rabbia e frustrazione la fanno da padrone per cui è inutile stare a parlare di bandiere, vale lo striscione che la curva juventina espose nella partita contro il Lecce:”Solo la maglia mi fa venir la voglia…” 

Tutto vero , per il fatto del campione e dell’epilogo che mette tristezza anche a chi milanista non lo è sono d’accordissimo.
Pero’ dico anche che le curve sono sempre trattate da ammasso di delinquenti, potrebbe essere una verità pure questa, vero è che chi scende in campo, non puo’ dissociarsi dala curva, perchè la curva fa parte della squadra, c’è sempre. Soprattutto un capitano dalle 900 presenze, soprattutto un uomo, maturo come Maldini, un campione vero che ha vinto di tutto e di piu’ dovrebbe saperlo questo, e dovrebbe astenersi dal dare certi commenti, o dissociarsi o zittire la curva. Io mi rifaccio sempre all’Inter questa cosa la potrebbe fare un Balotelli un Ibra se contestati, ma non credo che Zanetti sia mai capace di farlo.
Un capitano ci mette spesso la faccia e a volte, soprattutto puo’ capitare in 25 anni di carriera deve subire contestazioni e sfoghi, deve capire chi vive il calcio insieme a loro.
RIpeto è stato triste anche per un interista come me vedere un epilogo del genere, soprattutto pensando a quell’uomo che a 40 anni ancora trova gli stimoli di inseguire un 2° posto in campionato, ma aspettiamo un attimo prima di aggredire sempre le curve, pazzi non sono, i loro motivi li avranno pure se c’è stato un tale modo di dirsi addio

pienamente daccordo, anche perchè a dire la verità hanno parlato (apparte per Maldini) per tutta la tifoseria sul presidente e sell’allenatore.
Per Maldini be c’erano altri mezzi e ltre occasioni però non li si può condannare perchè a volte e difficile tenersi tutto dentro e non dire niente.
Io penso che in realtà questa contestazione abbia fatto più bene che male al milan, perchè è da molto che dimostriamo solidarietà
ma senza troppi risultati, abzi arrivano Ronaldinho e Sceva.
Il caso Maldini invece penso che la settimana prossima anche la curva lo saluterà come si deve facendogli capire però il loro punto di vista (che io condivido parzialmente).
Spero solo che da questa storia non ci sia nessun esito negativo per il Milan.

PS:Parlando di calcio, cugino interista se Mou si interessa a D’Agostino voi l’anno prossimo vincete la Coppa Campioni.

Le curve hanno certamente i loro motivi per risentirsi nei confronti di un campione, ma il problema vero è che noi tifosi abbiamo una visione “romantica” del rapporto fra calciatore e ambiente, tifosi e via discorrendo: noi ci aspettiamo comportamenti da bandiera, loro sono quasi sempre dei professionisti che fanno il loro lavoro e basta. Maldini, probabilmente, bandiera del Milan non ha mai desiderato esserlo, è uno che ha fatto magnificamente il proprio lavoro per 25 anni e stop, va ringraziato per ciò che ha dato senza aspettarsi che ami con passione la tifoseria. La stragrande maggioranza di questi campioni che noi adoriamo, se restano per un consistente numero di anni in una squadra è solo perchè non hanno trovato di meglio. Del Piero nel 2006, prima della retrocessione, si stava accordando col Manchester. Kakà a gennaio non è andato al M. City perchè glie lo aveva detto Dio, adesso però Dio gli sta dicendo di andare al Real, guarda che stranezza. Noi tifosi ci affezioniamo troppo a dei professionisti che fanno solo il loro lavoro, finiamo col fare figuracce come quella che ha fatto la curva rossonera domenica pomeriggio e, inoltre, con le nostre levate di scudo per “vietare” la cessione di Tizio o di Caio siamo anche controproducenti nei confronti della squadra che amiamo, perchè facciamo in modo che restino giocatori con i mal di pancia quando potrebbero essere ceduti per tanti soldi e rinforzare davvero la squadra. Così si arriva ad un Milan con l’età media superiore ai 30 anni, così si arriva ad una Juve ancora condizionata da Del Piero (domenica sera Corno ha detto che noi, per tornare a vincere, dobbiamo eliminare il problema Del Piero, ha ragione), poi ci risentiamo quando i nostri miti, spremuti come limoni, passeggiano per il campo e ci fanno perdere, li fischiamo e loro ci mandano a quel paese. Sarà un caso, ma il Barcellona che negli ultimi vent’anni si è liberato di una quantità industriale di bandiere con il mal di pancia (Maradona, Stoichkov, Ronaldo, Figo, Rivaldo, Ronaldinho) domani sera si gioca la finale di Champions con una squadra di fenomeni.

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